(Super)motard: competizioni e tecniche di guida

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Recentemente abbiamo parlato del Supermotard, facendo alcuni cenni circa l’evoluzione delle moto e delle tipologie di tracciato. Vediamo oggi le competizioni attualmente diffuse e le tecniche di guida.

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Competizioni

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Nella stessa giornata di gara corrono 3 categorie di supermoto:
n**S1, **le cui motard hanno cilindrata compresa fra 250 e 450 cm³ e con 4 tempi (i tempi sono i momenti necessari affinché il combustibile presente inizi a bruciare);
nS2, le cui motard hanno cilindrata compresa fra 450 e 750 cm³.
nS3, le cui vetture vanno fino a 250 cm³, con 2 e 4 tempi e sono destinate a gare con persone fino a 25 anni (questo, probabilmente, perché più grande è la cilindrata e maggiore è l’eta necessaria per portarla.  Potrebbe essere dovuto anche a normative che regolano la cilindrata massima presenti solo in altri Paesi).

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Nel 1997 nasce il Campionato Europeo, massima competizione al mondo per questa specialità, fino alla nascita, nel 2002, del Campionato del Mondo, patrocinato dalla Federazione Motociclistica Internazionale. Nel 2004 è stato poi diviso in due categorie: S1, S2.

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Gestiti dalla DBO di Torino, esiste il Campionato Italiano Supermoto per le categorie S1 e S2 e le nuove categorie S4 e S5 (per moto con gomme stradali) e campionati interregionali. Oltre a questi dal 2005 c’è la Coppa Italia patrocinata dalla UISP fino al 2009, e dalla AICS dal 2010.

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Tecniche di guida

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29-09_curvamotardLe tecniche utilizzate per la guida nelle competizioni sono molto simili a quelli della motocross. La più comune, probabilmente, è quella di mettere il piede a terra durante una curva stretta. Questo garantisce al pilota di avere un ulteriore appoggio. In questo movimento, le parti del piede utilizzate sono il tacco e la parte esterna della suola. Il movimento in sé è molto simile alla così detta saponetta utilizzata nella MotoGp.

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29-09_derapatamotardUn’altra tecnica molto utilizzata è la derapata che consiste nella staccata ed, in seguito, nell’entrare nella curva ad una velocità più elevata rispetto a quella ideale. Durante la staccata, tuttavia, bisogna scalare le marce in base alla curva che ci si appresta ad affrontare e la frizione non deve essere rilasciata improvvisamente, ma in modo tale che la gomma slitti e che, quindi, consenta di rallentare rispetto alla velocità alla quale si sta andando.

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NB: questa tecnica è abbastanza pericolosa in quanto l’effetto ottenuto è molto simile a quando la gomma perde aderenza sul ghiaccio. Essendo una moto, i rischi di caduta sono molto elevati, quindi è necessario sterzare e calcolare bene l’angolo di entrata. La ruota posteriore, subito dopo la staccata però, continua a mantenere la traiettoria che aveva prima di entrare nella curva, di conseguenza questa tecnica comporta una perdita di tempo per il riallineamento con il mezzo. Uno dei trucchi utilizzati per non perdere l’equilibrio e mantenere la traiettoria è fare pressione sugli appoggi della moto. Per questi motivi è preferibilmente applicata a tutte le curve che avrebbero una velocità di percorrenza estremamente bassa.

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Curiosi di provare una delle due tecniche? I kartodromi vi aspettano… prima di entrare in pista, ricordate l’assicurazione!

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