(Super)motard: storia e tracciati
L’etimologia di Supermotard deriva dalla parola Motard: significa genericamente motociclista, ma indica quel tipo di motociclista che va in moto su strada con qualsiasi tempo, spesso in gruppo, e che non disdegna la messa a punto e l’elaborazione sulla sua moto.
Storia
In origine le moto da Motard erano dei cross su cui montavano una gomma posteriore stradale larga. Questo genere di moto nasce per competizioni motociclistiche vere e proprie,diventando solo negli anni novanta un genere di moto a sé stante, destinato anche alla produzione e diffondendosi poi molto rapidamente in tutto il mondo.
Dagli albori di questo sport/tipologia di moto, molte cose sono cambiate: ora molte aziende produttrici di moto producono dei** motard omologati per la circolazione stradale**, con motori di cilindrata maggiore rispetto a quelle da corsa, e a volte molto simili a delle *naked. *Queste moto hanno comunque poco in comune con i motard da gara, che sono ancora in grande maggioranza delle moto da cross o da enduro riadattate, con l’unica differenza delle dimensioni delle gomme e, di conseguenza, dell’impianto di frenata e qualche altra caratteristica difficilmente visibile ad occhio nudo (se non per esperti).
Dove si pratica
Nel motard si corre su piste miste, ossia con parti in asfalto (circa il 70%) e parti di sterrato (circa il 30%). La maggior parte delle piste sono dei kartodromi con annessa una parte di sterrato, non mancano comunque degli esempi di piste, come quella di Castelletto di Branduzzo, progettate appositamente per le gare in moto e quindi adatte nello specifico anche al motard.
La parte di sterrato, sebbene costituisca una parte minoritaria rispetto al percorso, è sempre al centro delle questioni tra i suoi detrattori e coloro che desiderano che rimanga: solitamente avvantaggia i piloti che arrivano dal cross, mentre i velocisti puri hanno molte difficoltà ad interpretare al meglio questa parte di percorso composta da salti e whoops; oltretutto questa parte di pista è sempre la più difficile da curare, gli organizzatori devono infatti preoccuparsi sempre che non sia ne troppo bagnata ne tanto meno troppo polverosa, dal momento che dei motard non possono contare nel fuoristrada sulla trazione e il controllo di una moto con gli pneumatici tassellati.
Nel mondiale 2007 si è cercato di raggiungere un compromesso tra queste 2 “fazioni”: nel GP di Pleven, in Bulgaria, è stata introdotta una nuova parte di tracciato, tanto curiosa quanto tecnicamente interessante: la Sky section che consiste in una parte del tracciato con salti, whoops e curve paraboliche esattamente come quelli del cross, solamente che qui sono asfaltati. In pratica con questa soluzione si accontentano tutti: i crossisti hanno ancora la loro parte dove possono esprimere la loro tecnica, i “velocisti” hanno ottenuto che questa parte sia in asfalto, quindi con la stessa aderenza della parte normale asfaltata. L’esempio di Pleven è poi stato seguito dalla pista di Castelletto di Branduzzo nel 2010. Attualmente con il termine Sky Section si allude a un qualsiasi tratto sterrato di una pista da supermotard.
Negli Stati Uniti i tracciati del Campionato AMA presentano leggere differenze rispetto ai tracciati europei: infatti possiedono un tratto sterrato più esteso (40/50%) e piste più strette e ricche di curve lente.
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